Ha vinto l’onestà - Nel caldo weekend calcistico appena concluso,
ha trionfato l’onestà. L’onestà di una squadra che non si è “scansata” come
qualche pseudo tifoso interista invocava. Pseudo perché non si può essere tifosi
e augurare la sconfitta della propria squadra del cuore soltanto per non fare
un favore agli odiati nemici bianconeri. Per fortuna, erano solo in pochi. L’hanno
dimostrato i boati di San Siro ai quattro gol quattro rifilati ai cugini rossoneri
che, forti delle lamentele per il gol di Muntari, si sono visti assegnare un
rigore da comiche. Ma non gli è bastato e così perdono il secondo derby su due
in campionato, un derby che ha di fatto consegnato lo scudetto, dopo nove anni,
alla Juventus.
Uno scudetto meritatissimo - Uno scudetto ampiamente meritato, figlio di un grande gruppo, di un bel gioco e
di un ottimo lavoro portato avanti da mister Conte. Peccato che l’onestà non ha
mai abitato e mai abiterà dalle parti di Corso Galileo Ferraris. Marotta ha
subito tenuto a precisare che sono 30 gli scudetti (ma lui nel 2006 dov’era?
Alla Samp? Al Bari?) alimentando le sciocche rivendicazioni dei tifosi
juventini più esagitati e beceri – purtroppo la stragrande maggioranza. Si sono
visti così il numero 30 e le tre stelle un po’ ovunque: sui social network
ovviamente, su Tuttosport (sai che novità).
Il caso Battista - Ma mai ci saremmo aspettati di vederlo su
una testata prestigiosa come il Corriere della Sera. Dove uno degli
editorialisti di punta, Pierluigi Battista, ha gettato la consueta maschera del
cerchiobottismo e ha dimostrato il suo vero volto, quello del giornalista senza
un briciolo di obiettività. Il testo del Battista va fatto leggere nelle scuole
di giornalismo all’interno di una lezione dal titolo: Tutto quello che non deve
fare un giornalista. Il simpatico Pigi (come lo chiama affettuosamente Travaglio)
liquida le sentenze della giustizia sportiva del 2006: “scritte in qualche ora”
e si dimentica completamente della sentenza di Napoli in giustizia ordinaria.
Ve la ricordiamo noi: Lucky Luciano Moggi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi
per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Ricordiamo anche
al caro Battista che fu l’avvocato della Juventus a patteggiare nell'estate 2006 la Serie B e
quindi ad ammettere le responsabilità della dirigenza bianconera in uno degli scandali peggiori del calcio
italiano.
Sono sempre 28 - Ricordiamo inoltre agli amici juventini che
la matematica non è un’opinione e che gli scudetti ora sono 28. E basta con
questa storia di “vinti sul campo” perché anche Ben Johnson vinse la medaglia d’oro
sul campo a Seul 1988 battendo Carl Lewis. Poi, però Johnson fu squalificato perché
positivo all’antidoping. E l’oro indovinate un po’ a chi andò? A Lewis arrivato
secondo. Un mio amico su Fb invece mi ha scritto: io ne ho festeggiati 30! Bè,
anche il succitato Ben Johnson fece il giro d’onore con la bandiera canadese. Oppure ecco un altro esempio:
ho vinto un torneo di poker e ho festeggiato come un matto, poi però hanno
scoperto che ho barato e mi hanno tolto tutto. Però ho vinto sul campo! Ah… e
quindi?
Il tempo sprecato – Ben Johnson e il fantomatico giocatore
di poker hanno dunque sprecato del tempo festeggiando delle vittorie
ottenute con l’inganno. Come il tempo che hanno sprecato i tifosi juventini per
festeggiare quei scudetti giustamente revocati. Lo stesso tempo che noi tifosi tutti
abbiamo sprecato seguendo quei campionati falsati.
In anteprima, agli amici bianconeri, possiamo mostrare
la maglia della Juventus della stagione 2012-2013 con tanto di tre stelle: