mercoledì 25 aprile 2012

Si conclude la settimana peggiore della carriera di Guardiola. Per lui futuro in Italia?

Con l’eliminazione dalla Champions League si chiude la peggior settimana di Guardiola e del suo Barcellona. Il ciclo del tecnico catalano può considerarsi chiuso, non quello di questa squadra che – vista l’età – può ancora vincere anche nei prossimi anni. In sei giorni sono arrivate due sconfitte e un pareggio che sanciscono la caduta degli dei. Ora resta solo la Coppa del Re che sarà pur sempre un trofeo ma non salva la stagione – a questo punto fallimentare – del dream team catalano.

Guardiola lascia – La splendida avventura di Guardiola alla guida del Barça volge ormai al termine. Siamo praticamente a maggio e Pep non ha ancora rinnovato il contratto in scadenza a giugno. Forse ha temporeggiato per capire quanto questi giocatori potevano dargli ancora. La risposta l’ha avuta stasera: in 11 contro 10 avanti di 2-0 e con la qualificazione in tasca si sono fatti raggiungere sul 2-2 da un Chelsea grintoso, mai domo, che con catenaccio e contropiede – non a caso la allena un italiano – ma anche una buona dose di fortuna ha raggiunto insperatamente la finale. I Blues, con il loro mix perfetto di giovani (Ramires, Mata e Cahill) ed esperienza (Cech, Lampard e Drogba, non Terry autore di una stupidaggine) hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e fatto tornare sulla Terra i marziani, Messi compreso che ha sbagliato un rigore.

Il futuro di Pep – A questo punto, si aprono diversi scenari per Guardiola. L’Italia è tra i più plausibili. Il tecnico del Barça ha tanti amici nel nostro Paese – ha giocato a Brescia e Roma – e ha nel presidente Moratti un grandissimo estimatore. Ma occhio al Milan. Berlusconi e Allegri sono ai ferri corti e il divorzio a fine stagione è praticamente certo. Il presidente è amante del bel gioco e lo spagnolo farebbe sicuramente al caso suo. Poi ci sono le big inglesi: c’è proprio il Chelsea di Abramovich che ancora non ha confermato Di Matteo. E poi c’è il Manchester City degli sceicchi. A meno che Mancini non riesca nel miracolo di vincere il campionato in extremis. E il Barcellona chi lo allena? Questo non lo so. Ma se fossi al posto dei dirigenti catalani, mi riprenderei uno che è già stato sulla panchina blaugrana, uno che conosce bene l’ambiente, che pratica un calcio offensivo e ha un nome che inizia per L. No, non è Luis Enrique. È Van Gaal!